Negri (AFI): Non sprechiamo le risorse disponibili. Lo Stato intervenga per coordinare il recupero del legname abbattuto dal maltempo in Trentino, Veneto e Friuli, nel minore tempo possibile: va utilizzato.
14 milioni di alberi abbattuti dal maltempo, dicono i dati. E a terra c’è tanto legno quanto ne viene abbattuto in 10 anni. La drammatica realtà di questi ultimi giorni è ferma nelle immagini di distruzione che accomunano Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli, le regioni più colpite, con estese zone boschive rase al suolo da pioggia e vento.
Quello che è successo ha origini diverse, in parte è legate al fenomeno straordinario, molto, in alcune aree, all’ incuria forestale. Ma se quello che è accaduto non può essere cambiato, tanto si può fare lavorando sul presente e in rapidità per recuperare tutto quel legno con un’azione congiunta anche sostenuta dallo Stato.
Ne è certo Andrea Negri, Presidente dell’ Associazione Forestale Italiana, che analizza la situazione da un punto di vista oggettivo “Prendiamo atto del danno a seguito della tragedia, ma non sprechiamo la risorsa da utilizzare. Abbiamo migliaia di ettari di bosco disponibili. Provvediamo ad un’azione di recupero di questo legname e nel minor tempo possibile per evitare che marcisca. Usiamolo. Rendiamolo disponibile sul mercato nazionale così da ridurre l’importazione. Incoraggio l’appoggio dello Stato in questa azione, con un intervento incentivante che favorisca il coinvolgimento di tutti i soggetti operanti nel settore forestale per accelerare questa azione di recupero”.
Non è solo un grande passo il recupero, per AFI è il prerequisito indispensabile per poter parlare in futuro di piani forestali. Perché un altro tema caro all’ Associazione Forestale Italiana è quello della prevenzione: tornare a usare la foresta come elemento preventivo consapevoli che quello che è successo – il dissesto idrogeologico – sia una conseguenza anche di boschi non correttamente gestiti. “E’ chiaro e ormai evidente che attivare la legge forestale per una gestione favorevole delle aree forestali sia un’urgenza per rendere forti le nostre foreste – conclude Andrea Negri. I boschi possono ancora essere strumenti di argine, ma per fare ciò occorre evitare che si popolino di alberelli che si sradicano rappresentando una condizione di pericolo senza protezione”.